Raissa Roger
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Parco naturale, area pic nic e camper, parco giochi, panorami. C’è la Fonte della Salmagina. Staffolo è ricco d’acque sorgive anche nei punti più elevati. Le fonti erano Staffola, Aprice, Cucàli, della Corte, e Salmagina - dall'aggettivo "salmastra", la più importante per portata. Edificata nel 1520, le fu affiancato un lavatoio usato per lavorare pelli e cuoio. Sorgenti rurali: il pozzo di Santo Stefano, di San Teodoro, la Castagna, la fontana lavatoio di borgo Crocifisso, la fonte del Filello, e fonte Osteria a Coste. La Sal. subì plurimi interventi di RESTAURO: aveva la portata più generosa, era annesso un abbeveratoio per animali, era l’unico lavatoio comunale, ma era a più di un km dal centro abitato e il paese aveva preso coscienza della necessità di una maggiore quantità d’acqua. Il Comune non voleva spendere, ma nel 1883 restaurò con copertura il lavatoio della Salmagina, nel 1885 scartò due progetti troppo costosi per l’acquedotto, e il 27 luglio 1905 approvò l’acquedotto più costoso dal consorzio Filottrano-Montefano. Ma LA FONTE ERA LIFESTYLE, le fonti naturali erano ancora ampiamente utilizzate anche per uso potabile. Il 23 luglio 1917 il Giorgetti chiedeva di ripulire la fonte a Coste perché conteneva un’acqua carica di vermi e dei "pidocchi d’acqua". 12 agosto 1906-PRIMO ACQUEDOTTO inaugurato, con acqua da Valdicastro, da f. Stampanata (Acquaccio e Civitella). Fu un giorno di festa ma l’acqua restava insufficiente. 13 maggio 1919-il Comune approvò la realizzazione di un lavatoio pubblico per ragioni igieniche - si disponeva solo di "un lurido pantano senza alcuna regola di igiene" (la Salmagina) - e morali: per impedire che "presso le pubbliche fontane o sulle fonti delle case si fermassero delle donne per sciorinarvi i loro panni in pubblico, offrendo uno spettacolo poco bello e non giovevole alla decenza e all’igiene". INFINE nel 1932 Staffolo acquistò l’ACQUEDOTTO da Filottrano e Montefano per 180mila lire, così da poter disporre di una maggiore quantità di acqua e di poter costituire un consorzio idrico con Maiolati e Cupramontana, ai quali si aggiunsero Castelbellino e Monteroberto. L’Ufficiale Sanitario denunciava lo stato igienico: poche fontanine, un unico lavatoio, case senz’aria e senza luce divise da vie strettissime e abitate da famiglie numerose di operai, con locali piccoli e anti igienici, senza latrine o che si servono della fognatura pubblica per scaricarvi tutti i rifiuti di ogni genere. Molte malattie venivano attribuite dal sanitario allo stato igienico del paese: prurigo, ezemi, impetigo, pio dermiti, pediculosi, ecc. L’opera di completamento della distribuzione di acqua in tutte le abitazioni avvenne nel dopoguerra. Ma il nuovo acquedotto mostrò gravissimi problemi, per inosservanza delle più elementari norme di costruzione e di igiene: le condutture dell’acqua erano state per alcuni tratti interrate al di sotto delle condutture fognarie. Conseguenza: al deterioramento delle tubature l'acquedotto veniva contaminato da infiltrazioni provenienti dalla fogna. La contaminazione fu ritenuta la causa del diffondersi della febbre tifoide che colpì ben 100 cittadini di Staffolo. Molti i ricoverati, alcuni morirono. L’epidemia ebbe grande risonanza e scatenò una gara di solidarietà dai comuni vicini. Le febbri tifoidee si erano manifestate 5 volte in passato dal 1888; l’epidemia del ‘48 fu l’ultima. Anno in cui Burkholder scopriva l'antibiotico per il trattamento del tifo. Dal '43 erano iniziate le vaccinazioni contro la Salmonella typhi, batterio responsabile. 20 ANNI DOPO il consorzio Staffolo-Apiro-Cingoli realizzò un acquedotto che captava le acque dalla sorgente Crevalcore di Cingoli, 50-57 lt/sec. 8 settembre 1961-l'acqua arrivò ai rubinetti delle case in quantità più che sufficiente per le esigenze di allora. Dal 2000 l'acqua viene anche da Gorgovivo (Serra San Quirico) 1500 lt/sec per servire la Vallesina, Ancona e Senigallia. Fonte della fonte: ricerche del Tesei.